Il vaso da fiori in vetro soffiato, di forma globulare, è caratterizzato da una sottile parete trasparente ed è dotato di un piccolo piede e di un collo stretto.
Tale manufatto sembra una gonfia e delicata bolla di sapone e certamente richiama i tipici vasi preziosi delle vetrerie veneziane.
Dal momento che le pareti di questo vaso sembrano essere sottilissime e perfettamente trasparenti, potrebbe trattarsi di un vaso di vetro cristallino. Si tratta di un vetro molto terso, ottenuto con materie prime depurate e decolorato con biossido di manganese. Fin dal Medioevo è ritenuto il più pregiato vetro muranese.
Il pittore si ispira a Caravaggio non solo per la forma del contenitore ma anche per il gioco dei riflessi: obbligati sono i confronti con Ragazzo morso da un ramarro (1593-94), conservato presso la Fondazione di Studi di Storia dell’arte Roberto Longhi di Firenze e con il Suonatore di liuto (1595-96) del Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo.
Particolare
tratto da
Maestro di Hartford, Natura morta con fichi, pesche e uva, vaso di fiori e frutta, c. 1600 – c. 1602
Bibliografia
A. Cottino, Maestro di Hartford, Tavola con fiori e frutta, in La natura morta italiana da Caravaggio al Settecento, a cura di M. Gregori, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Strozzi, 26 giugno-12 ottobre 2003), Firenze 2003, pp. 142-145 > Arte Antica Mostre NATMID
R. Barovier Mentasti, Funzionalità e pompa nel Seicento, in Trasparenze e riflessi. Il vetro italiano nella pittura, Verona 2006, pp.160-163. > Zeri I 260.17
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