L’uso dell’uva è documentato nella Preistoria. Si pensa che la coltura della vite risalga all’Età del ferro.
La pianta della vite deriverebbe dall’Armenia o dalla zona del Caucaso meridionale. Sembra essere arrivata in Sicilia circa duemila anni prima di Cristo e si sarebbe diffusa solo attraverso le migrazioni degli Etruschi e attraverso il commercio con i Fenici.
L’Italia è una terra adattissima a questa coltivazione tanto che venne chiamata dai Greci «Enotria». I Romani estesero nelle terre dell’Impero la coltura della vite e il consumo di vino che progredì fino a quando le invasioni barbariche distrussero gli insediamenti agricoli portando l’uso delle loro bevande.
Nella Bibbia si narra che la vite fu coltivata da Noè, che per primo produsse il vino e, ignaro dei suoi effetti, ne bevve troppo e se ne ubriacò.
L’uva in mano a Gesù è simbolo del vino eucaristico e quindi del sangue del Redentore, concetto che si trova in Sant’Agostino: «Gesù è l’uva della Terra Promessa, il grappolo che è stato messo sotto il torchio».
Particolare
tratto da
Joos Van Cleve, Madonna col Bambino e Sant’Anna, c.1516
Bibliografia
J. Hall, voce Maria Vergine, in Dizionario dei soggetti e dei simboli nell’arte, Milano 1983, p. 266
J. Hall, voce Uva, in Dizionario dei soggetti e dei simboli nell’arte, Milano 1983, p. 410
L. Impelluso, voce Vite, in La natura e i suoi simboli. Piante, fiori e animali, Milano 2003, p. 32
C. Lapucci, A.M Antoni, La Simbologia delle piante. Magia, leggende, araldica e curiosità del mondo vegetale, Firenze 2016, pp. 405-406
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