Il dettaglio del teschio, situato alla base della croce, è un elemento tipico nell’iconografia della Crocifissione.
Il luogo della scena è il Monte Calvario (dal latino “Calvariae locus” o “Calvarium”, luogo del cranio), piccola altura presso Gerusalemme dove Gesù fu crocifisso, conosciuta anche con il nome derivato dalla lingua aramaica di Monte Golgota, ovvero “teschio”, chiamato così perché era un luogo destinato alle esecuzioni capitali o per la sua forma tondeggiante e brulla che ricorda un cranio.
Il teologo Origene, vissuto nel III secolo, ipotizzò che vi fosse stato sepolto Adamo, il primo uomo. Nella Legenda Aurea, redatta tra il 1260 e il 1298, il frate domenicano Jacopo da Varazze (Casanova, 1230 c. – Genova, 1298) ricostruisce la “Storia della vera croce”, riprendendo tale ipotesi.
Narra la leggenda che Adamo, ormai vicino alla fine dei suoi giorni, mandò suo figlio Seth in Paradiso a cercare l’olio della misericordia come viatico di morte serena. L’Arcangelo Michele gli diede, invece, un ramoscello dell’albero della vita (o tre semi secondo altri) perché lo mettesse nella bocca di Adamo al momento della sua sepoltura. Dalla pianta cresciuta sul corpo di Adamo fu poi ricavata la croce ove fu crocifisso Gesù.
Il teschio di Adamo rappresenta dunque tutta l’umanità ferita dal peccato, che porta alla morte spirituale di cui Adamo è simbolo. Cristo salvatore redime quindi gli uomini dal peccato iniziando proprio dal primo uomo peccatore, Adamo.

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Particolare
tratto da

Francesco Bianchi Ferrari, Crocifissione con i Santi Maddalena, Domenico e Pietro martire, inizio sec. XVI

Vedi anche:
Scuola fiamminga, Crocifissione, 1470-1490 c.
Francesco Bianchi Ferrari, Pala delle Tre Croci, 1490 – 1495 c.

Bibliografia

J. Hall, voce Crocifissione, in Dizionario dei soggetti e dei simboli nell’arte, Milano 1983, p.124

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