La tazza da puerpera, anche detta “da parto”, conteneva il brodo di pollo che un tempo veniva somministrato alle partorienti per consentire di riprendersi dalle fatiche del parto. In genere tale oggetto era donato dai parenti alla puerpera.
La tazza del dipinto, in maiolica bianca con motivi a petali blu, è formata da due corpi tronco-conici, uno dei quali funge da coperchio. Il manufatto è posto su di un vassoio, insieme ad una bottiglia di rosolio o vino e ad un bicchiere. Il tutto è destinato a ristorare santa Elisabetta, adagiata sul letto dopo aver partorito san Giovanni.
Considerando il contesto fiorentino in cui visse il pittore e anche la tipologia della decorazione del manufatto, si può ipotizzare che la tazza sia da collegarsi alla produzione delle maioliche di Montelupo fiorentino. Questo centro alla fine del Quattrocento vantava più di cinquanta fornaci, la cui produzione non solo dominava il mercato toscano, ma era esportata in tutta Europa.

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Particolare
tratto da

Giuliano Bugiardini, Natività di S. Giovanni Battista, 1517-1518

Bibliografia

F. Berti, Storia della ceramica di Montelupo. Vol.I: Le ceramiche da mensa dalle origini alla fine del XV secolo, Montelupo fiorentino 1997
F. Berti, Storia della ceramica di Montelupo. Vol.II: Le ceramiche da mensa dal 1480 alla fine del XVIII, Montelupo fiorentino 1998

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