Dietro la figura di San Giovanni è visibile un roncone con lama lievemente convessa, con dente sulla parte opposta al filo.
“Roncare” è tardo latino per “mietere” e la ronca per i Romani rientrava tra le falci: un attrezzo agricolo costituito da una lama particolarmente ricurva e da un manico più o meno lungo.
Da questo strumento di lavoro deriva la falcata da guerra. Nel XII secolo la ronca si perfeziona dotandosi di un puntale, permettendo in questo modo non solo di tenere l’avversario a distanza ma di creare anche formazioni più serrate.
Durante gli inizi del Quattrocento il roncone raggiunge la sua forma definitiva e si dota di un “becco di falco”.
Diventa un’arma inastata tipica della fanteria dal XIV al XVI secolo.
Forgiato con l’assemblaggio, per bollitura delle sue componenti (ferro, gorbia, cuspide, becco di falco, arresti), il roncone era utilizzato da fanti specializzati al suo impiego contro altri fanti e cavalieri.

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Particolare
tratto da

Francesco Bianchi Ferrari, Pala delle tre croci, 1490 – 1495

Bibliografia

Carlo De Vita (a cura di), Armi bianche dal Medioevo all’Età moderna, Dizionari terminologici 3, Firenze 1983

Sitografia

LA STORIA SI NASCONDE NEI DETTAGLI

UN PROGETTO DIDATTICO DELLE GALLERIE ESTENSI