Nel dipinto sono raffigurate varie armi in quanto numerose sono le figure di soldati e cavalieri che tradizionalmente assistono alla crocifissione di Gesù. Un pugnale in un fodero pende al fianco di un soldato che sta combattendo. L’arma appare sospesa ad una catenella ed è fornita di un puntale in metallo. Si tratta di un pugnale della tipologia cosiddetta “a rotelle” o “a dischi” dalla forma dell’elsa sostituita appunto da due dischi in ferro o altro materiale. L’arma è tipica della produzione armorara italiana ed europea a partire dal primo Quattrocento.
Il soldato in procinto di cadere è invece munito di una sciabola, del tipo “all’ungara” o “alla polacca” in uso anche ai mercenari oltremarini a servizio di alcuni potentati italiani a partire dalla seconda metà del XV secolo, con elsa ricurva placcata con un materiale metallico e crociera a bracci divergenti, anch’essa in un fodero sospeso a cinghie intrecciate.
Particolare
tratto da
Francesco Bianchi Ferrari, Pala delle tre croci, 1490 – 1495
Bibliografia
Carlo De Vita (a cura di), Armi bianche dal Medioevo all’Età moderna, Dizionari terminologici 3, Firenze 1983
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