La pera, o Pyrus communis, è una specie che non esiste spontaneamente, ma è solo coltivata dall’uomo.
La diffusione del frutto ebbe il culmine tra il 1750 e il 1850, conosciuto come “il secolo d’oro della pera”, durante il quale si arrivò a creare più di mille varietà differenti della pianta.
Oltre ad un largo impiego alimentare, la pera era utilizzata per la preparazione di medicamenti come il liquamen castimoniale, una bevanda di castità ottenuta pressando il frutto con il sale fino ad ottenere una poltiglia che veniva conservata, per almeno tre mesi, in piccole botti, quindi addizionata con un estratto in vino di cumino nero.
In epoca più recente le foglie della pianta sono state impiegate nella cura di patologie urinarie, mentre i frutti servivano come diuretici e per ridurre il livello di acido urico nel sangue.
Il frutto era già conosciuto in epoca omerica ed era consacrata a dee importanti quali Venere e Giunone. Il poeta greco la descrive come uno dei doni degli Dei che crescevano nel giardino di Alcinoo, re dei Feaci.
Il frutto è associato a Venere perché la sua forma allungata verso il basso ricorda la forma del ventre femminile, per questo la pera è simbolo di seduzione, amore e femminilità.
Questi ultimi sono i significati simbolici che assumono le pere dipinte da Dosso Dossi sul parapetto, in primissimo piano, dell’allegoria della Seduzione, raffigurante una donna dallo sguardo affascinante ed enigmatico che viene corteggiata dai due uomini alle sue spalle.
Lo stesso significato simbolico ha la pera raffigurata in un altro dipinto di Dosso Dossi della stessa serie, L’Amore (L’abbraccio) (1520-1522), dove il frutto, così come il grappolo d’uva a fianco, diventa metafora della femminilità e del gioco d’amore.

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Particolare
tratto da

Giovanni di Niccolò Luteri, detto Dosso Dossi, La Seduzione, 1520 – 1522

Bibliografia

L. Impelluso, voce Pera, in La natura e i suoi simboli. Piante, fiori e animali, Milano 2003, p. 154
F. Zara, V. Pandiani (a cura di), voce Pero, in Arte orto, Percorso artistico-botanico tra Pinacoteca e Orto botanico di Brera, Brera 2016.

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