Il paniere in mano a Santa Dorotea, (Cappadocia, … – Cesarea di Cappadocia, 6 febbraio 311) è legato ad una vicenda della vita della Santa.
La Legenda Aurea di Jacopo da Varazze (Casanova, 1230 c. – Genova, 13 o 16 luglio 1298) narra che la Santa venne giustiziata nel 311 per aver rifiutato di abiurare alla fede cristiana e mentre veniva condotta a morte, uno scriba di nome Teofilo, le si avvicinò chiedendole, in modo ironico, di inviargli delle rose e delle mele una volta salita in cielo. Dopo la morte della santa un fanciullo comparve a Teofilo con un cesto contenente questi fiori e frutti e lo scriba, convinto dall’evento miracoloso, si convertì. Da quel momento un recipiente con rose e mele divenne attributo della Santa.
Il paniere è realizzato secondo l’arte detta cesteria, che consiste nell’intrecciare giovani rami di salice, vimini, o di altre piante a seconda dell’area geografica.
Il paniere in questione è abbastanza piccolo, ha un aspetto tronco-conico e si distingue per il grazioso intreccio in diagonale. È dotato inoltre di un robusto manico arcuato.
Il termine “paniere” viene usato generalmente per contenitori dotati di manico e detti “da braccio” perché destinati al trasporto di cibi o fiori: i cesti possono essere infatti di ogni forma e dimensione in rapporto all’uso. Le parti di un cesto sono: la “base”, in questo caso rotonda e con una struttura radiale di stecche che sostengono il riempimento intrecciato; i “fianchi”, realizzati mediante vari tipi di intreccio, in tale esemplare gruppi di fibre messi in diagonale; il “manico”, un accessorio aggiunto alla struttura principale.

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Particolare
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Bibliografia

J. Hall, voce Dorotea, in Dizionario dei soggetti e dei simboli nell’arte, Milano 1983, p. 147;
E. Fregni, C. Tagliaferri, voce Vimini, in Conosci il legno? Dall’albero al manufatto, a cura di S. Zironi, Bologna 1983, p. 54;
P. Romanelli, Cesteria. L’intreccio: tecnica e progetti, Milano 1997.

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