Il frutto che tiene in mano il Bambino Gesù non è facilmente identificabile, potrebbe trattarsi di una melagrana: dal latino malum granatum “mela granata”, è un frutto di forma sferica, dalla buccia coriacea di colore giallo che diventa rossastra quando matura, contenente numerosi semi trasparenti di color rosso rubino e dal sapore acidulo.
È un frutto dai molti significati simbolici, in questo contesto, in mano al Bambin Gesù, potrebbe simboleggiare la Resurrezione.
Nel mondo antico era attributo di Proserpina, figlia di Cerere, che ogni primavera rinnovava la vita vegetale sulla terra; da qui l’associazione con il concetto di immortalità e, in ambito cristiano, con la Resurrezione.
La melagrana, tenuta in mano dalla Madonna, assume invece il significato di castità in base all’interpretazione del passo del Cantico dei cantici (4, 12-13) che recita: «I tuoi germogli sono un giardino di melagrane, con i frutti più squisiti».
La melagrana, in quanto frutto composto da una scorza esterna che racchiude in sé numerosi chicchi, è diventata metafora della Chiesa, che ha riunito in un’unica fede molti popoli e culture.
Nel curioso trattato Phytognomonica, edito a Napoli nel 1588 e dedicato a definire le proprietà delle piante in base alla loro somiglianza con le diverse parti del corpo umano, il naturalista, filosofo e alchimista Giovambattista della Porta (Vico Equense, 1 novembre 1535 – Napoli, 4 febbraio 1615) consiglia la melagrana a chi soffre di problemi ai denti, considerando la similarità d’aspetto tra il frutto sbucciato e una bocca semiaperta.
Naturalmente questo utilizzo non ha nessun riscontro scientifico, anche se il frutto ha molte proprietà medicinali, come quelle cardiovascolari, antimicrobiche e antiossidanti.

U

Particolare
tratto da

Cristoforo Canozi da Lendinara, Madonna della Colonna, 1479-1482

Bibliografia

L. Impelluso, voce Melagrana, in La natura e i suoi simboli. Piante, fiori e animali, Milano 2003, p. 145
F. Zara, V. Pandiani (a cura di), voce Melograno, in Arte orto, Percorso artistico-botanico tra Pinacoteca e Orto botanico di Brera, Brera 2016.

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