La rappresentazione del cane, migliore amico dell’uomo, nell’arte ha origini antichissime. Questo animale domestico ha assunto rilevanti ruoli in diverse religioni e negli antichi riti propiziatori.
Nell’antico Egitto, il dio dei morti, Anubi, veniva rappresentato con la testa di un cane (o di uno sciacallo).
Il cane, nella mitologia greca e romana, come dimostrano le pitture sui vasi greci e le sue rappresentazioni nell’arte romana, assume spesso una valenza simbolica legata alla fiducia e alla protezione, ricorre continuamente come custode e protettore (ad esempio Cerbero è il custode del regno dei morti), fedele seguace delle divinità (come i cani da caccia di Artemide) e guida spirituale.
Nel Medioevo si rafforza la figura del cane inteso come compagno che veglia sul suo padrone. Il cane accompagna anche gli apostoli, i missionari e gli uomini di fede: il cane abbaia al peccato. Nel corso della storia, il ruolo del cane si legherà sempre di più alla nobiltà e, anche nei ritratti ufficiali, esemplari di razze pregiate come i levrieri compariranno ai piedi dei loro padroni.
In questo caso, il cane dipinto ai piedi del pastore Endimione addormentato, è simbolo di protezione e fedeltà.
Particolare
tratto da
Francesco Vellani, Diana e Endimione, 1750 – 1760 c.
Bibliografia
J. Hall, voce Cane, in Dizionario dei soggetti e dei simboli nell’arte, Milano 1983, p.87;
L. Impelluso, voce Cane, in La natura e i suoi simboli. Piante, fiori e animali, Milano 2003, pp. 203-10.
Recent Comments