Un bicchiere piuttosto capiente, di forma tronco conica rovesciata e in vetro trasparente, è impugnato da Bacco in primo piano.
Il tema del dipinto è un’allegoria dell’ebbrezza ed il bicchiere contiene del vino.
L’oggetto presenta sotto il bordo un fregio dorato che lo impreziosisce. Negli inventari di una nota fornace di Murano denominata “Dragan”, attiva nel XVI secolo, si fa cenno a molti vetri abbelliti con fregi d’oro come questo.
Già a partire dal XV secolo a Venezia si fabbricava un vetro resistente e incolore, detto “cristallino” per la somiglianza con il cristallo di rocca.
Il duca Alfonso I d’Este (Ferrara, 21 luglio 1476 – Ferrara, 31 ottobre 1534), committente dell’opera, era un appassionato di vetri di Murano e nell’isola della Laguna veneta, nel 1530, aveva preso in affitto un palazzo dei Venier che sfruttava durante i suoi soggiorni a Venezia.
Il duca ebbe dunque modo di procurarsi vetri di suo gusto direttamente nei laboratori veneti, si deduce quindi che il bicchiere dipinto dal Dossi facesse parte delle collezioni estensi.
Lo stesso duca nel 1520 aveva ordinato ad una vetreria di realizzare un set da farmacia su disegno di Tiziano. A dimostrazione dell’apprezzamento di questa produzione anche il duca Ercole II (Ferrara, 4 aprile 1508 – Ferrara, 3 ottobre 1559) comprò nel 1548, a Murano, cento coppe di vetro per il suo palazzo di Modena. Per tali ragioni, il bicchiere riprodotto dal Dossi deve essere stato realizzato da un artigiano muranese.

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Particolare
tratto da

Giovanni di Niccolò Luteri detto Dosso Dossi, L’Ebbrezza, 1520-1522

Bibliografia

R. Barovier Mentasti, La tavola di Veronese, in Trasparenze e riflessi. Il vetro italiano nella pittura, Verona 2006, pp. 98-99;
G. Meconcelli, Il vetro nella tavola del Principe, in A tavola con il Principe, Ferrara 1988, pp. 375-377.

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UN PROGETTO DIDATTICO DELLE GALLERIE ESTENSI