L’arco è un’arma da lancio costituita da un elemento flessibile le cui estremità sono collegate da una corda tesa che ha la funzione di imprimere il movimento a un proiettile chiamato freccia. È utilizzato come arma da caccia e da battaglia.
È uno strumento conosciuto sin dall’antichità e veniva utilizzato principalmente per procurarsi il cibo. L’arco ha raggiunto la sua massima espressione a partire dal Neolitico, sia per il perfezionamento della forma che per la scelta dei materiali.
Fino al tutto il XII secolo, non sappiamo bene che archi fossero presenti in Italia, ma l’iconografia del tempo ci mostra in genere corti archi compositi orientali; a partire dal XIII secolo fa la sua comparsa il cosiddetto arco piatto (italiano), in legno, a sezione larga e piatta.
Gli archi raffigurati nel dipinto, di piccole dimensioni, sono archi compositi a “doppia curva”, in grado di immagazzinare molta energia e di avere quindi una maggiore gittata.
L’arciere alla destra di San Sebastiano è raffigurato nel momento in cui ha appena scoccato la freccia; l’arco è tornato quindi alla sua forma normale, “in riposo”. L’arciere alla sinistra del Santo invece, è raffigurato mentre sta per scoccare la freccia, tendendo l’arco, che assume di conseguenza una forma semicircolare.
Va notato però che l’artista, non conoscendone il corretto funzionamento, ha dipinto entrambi gli archi con la corda montata alla rovescia e quindi non tensionabili e di fatto inutilizzabili.

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Particolare
tratto da

Lorenzo di Credi, Martirio di S. Sebastiano, 1485-1490 c.

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