
Il frutto in mano a Gesù Bambino, difficilmente identificabile, potrebbe trattarsi di una melagrana, una mela o un’arancia.
L’arancia, termine di origine araba a sua volta derivato dal persiano narang, che risale al sanscrito nagaranja cioè “frutto prediletto dagli elefanti”, è un frutto proprio dei climi caldi, appartenente al gruppo degli agrumi.
L’arancia viene talvolta identificata con l’albero del Bene e del Male, alludendo quindi al peccato originale ma anche alla redenzione dell’uomo successiva alla Passione di Cristo. Secondo quest’ultima interpretazione, questo agrume nelle mani di Gesù sostituisce la mela.
Nella Bibbia, nei Salmi 1:3, a proposito dell’uomo retto si dice: «Egli sarà come un albero piantato lungo i rivi d’acqua, che dà il suo frutto nella sua stagione e le cui foglie non appassiscono; e tutto quello che fa prospererà.»
La similitudine biblica rimanda all’idea delle piante sempreverdi, dunque incorruttibili come l’arancio, che ricorrono spesso anche nelle rappresentazioni rinascimentali del Paradiso.
L’arancia, frutto ricorrente nella pittura fiamminga, è anche simbolo di castità e purezza, attributi della Vergine.
Particolare
tratto da
Cristoforo Canozi da Lendinara, Madonna della Colonna, 1479-1482
Bibliografia
L. Impelluso, voce Arancia, in La natura e i suoi simboli. Piante, fiori e animali, Milano 2003, p. 141
Recent Comments