Il termine alzata indica un vassoio, a uno o più ripiani sovrapposti, in genere tondi, sorretto da un alto piedistallo e adibito a contenere frutta o altro per lo più a scopi ornamentali. Tale soprammobile può essere in ceramica, in vetro, in legno e in vari metalli.
L’alzata dipinta dal Maestro di Hartford è in argento e presenta un alto piede cesellato in oro con un grande nodo a vaso e un largo piatto su cui è deposta la frutta. Considerata la sontuosa fattezza si può pensare ad un’alzata di grande pregio.
È lecito fare un confronto con l’alzata dipinta da Fede Galizia (Milano, 1578 – 1630) in Alzata di cristallo con pesche, gelsomini e mele cotogne del primo decennio del XVII secolo, del Museo Civico Ala Ponzone, a Cremona.
Appare simile la forma del nodo, tuttavia l’alzata di Galizia, in vetro, risulta essere più bassa e meno decorata rispetto a quella del Maestro di Hartford.
Un altro elemento di paragone è la Natura morta con violino, frutta e bicchieri del pittore reggiano Cristoforo Munari (Reggio Emilia, 21 luglio 1667 – Pisa, 3 giugno 1720), esposta presso la Galleria Estense di Modena.
L’alzata del pittore reggiano può essere accostata a quella del Maestro di Hartford per la leggera e fine lavorazione del metallo.
Particolare
tratto da
Maestro di Hartford, Natura morta con fichi, pesche e uva, vaso di fiori e frutta, c. 1600 – c. 1602
Bibliografia
L. Grassi, M. Pepe, G. Sestieri, voce Alzata, in Dizionario di antiquariato, Milano 1992, pp. 26-27;
R. Barovier Mentasti, Funzionalità e pompa nel Seicento, in Trasparenze e riflessi. Il vetro italiano nella pittura, Verona 2006, pp.160-162
R. Barovier Mentasti, La collezione perduta di Cristoforo Munari, in Trasparenze e riflessi. Il vetro italiano nella pittura, Verona 2006, pp. 190-193
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