Il giovane assalito da Pietro impugna un’arma inastata, un’alabarda databile tra la fine del XV secolo ed i primi trent’anni del successivo. Si tratta di un prototipo diffuso in Europa centrale e nel nord-Italia caratterizzato da una larga scure e da una gorbia a sezione rettangolare. Dal dipinto si possono notare gli sgusci evidenti, la forte costolatura centrale ed i tre fori passanti tipici della produzione svizzera di inizio XVI secolo.
L’alabarda compare agli inizi del XIV secolo nell’Europa centrale, in particolare in Svizzera e in Germania meridionale. Era realizzata con ferro modellato ad ampia scure, con tagliente parallelo al manico e superiormente foggiato a larga cuspide in asse con l’asta di legno, generalmente lunga intorno ai due metri. Completava l’arma un robusto becco aggiunto al dorso che permetteva di fare presa e tirare.
Arma tipica della fanteria, il suo declino sui campi di battaglia inizia già dalla seconda metà del XVI secolo, quando comincia a essere impiegato come elemento decorativo da parata.
Le alabarde fanno tuttora parte della divisa tradizionale delle Guardie Svizzere in Vaticano.

U

Particolare
tratto da

Giacomo Cavedone, Cattura di Cristo, 1620-1630

Bibliografia

Carlo De Vita (a cura di), Armi bianche dal Medioevo all’Età moderna, Dizionari terminologici 3, Firenze 1983

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