L’agnello in pittura è utilizzato come emblema d’innocenza, purezza, semplicità e obbedienza.
Questo animale è uno dei simboli principali dell’arte cristiana, compare soprattutto come metafora di Cristo e della cristianità intera. L’origine di questa simbologia è da rintracciare negli antichi rituali in cui l’animale veniva offerto in sacrificio agli dèi.
Nei riti cristiani è l’animale sacrificale per eccellenza, che per il suo carattere mite e la sua purezza viene paragonato al Messia.
Isaia menziona ad esempio l’agnello condotto al macello, che davanti ai suoi carnefici si pone con rassegnazione e accetta il suo destino; diventa pertanto simbolo di Cristo, del fedele e dell’intera comunità ecclesiale, come dimostrano i riti cerimoniali pasquali.
L’agnello viene spesso citato nelle più celebri parabole cristiane, nelle quali Cristo è il Buon Pastore che porta sulle spalle l’animale, “pasce” il suo gregge e si preoccupa di redimere i peccatori.
È inoltre l’animale attributo di San Giovanni Battista (Agnus Dei), poiché egli annuncia la venuta di Gesù Cristo dicendo: «ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo», Cristo cioè, con il suo sacrificio, libererà l’umanità dal peccato.
La scritta «Ecce Agnus Dei» compare nel dipinto stesso su di un piccolo cartiglio ai piedi dell’animale.
Particolare
tratto da
Pietro Liberi detto Libertino, Nascita del Battista, 1650 – 1660 c.
Bibliografia
J. Hall, voce Agnello, in Dizionario dei soggetti e dei simboli nell’arte, Milano 1983, pp. 32-33;
L. Impelluso, voce Agnello, in La natura e i suoi simboli. Piante, fiori e animali, Milano 2003, pp. 247-50.
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