Appuntamenti Pinacoteca Nazionale
Bestiarium. Animali nella musica medievale
16:00


A conclusione del progetto BESTIARIO SONORO, domenica 16 gennaio alle ore 16.00 nel Salone d’Onore della Pinacoteca si tiene un concerto affidato all’ensemble La Reverdie – gruppo vocale-strumentale italiano che esegue musiche polifoniche medioevali e rinascimentali – che riassume alcuni dei temi trattati nei laboratori: il concerto, dal titolo “Bestiarium. Animali nella musica medievale” è infatti un suggestivo viaggio nella musica trecentesca, dalle cacce ai madrigali, dalla musica polifonica a quella strumentale.
A tutte le attività della Pinacoteca si accede con il biglietto di ingresso al Museo (intero 6€, ridotto da 5€ a 2€; gratuito per i minori di 18 anni). E’ obbligatoria la prenotazione.
Info e prenotazioni: 0532 205844.
Il progetto si realizza in collaborazione con l’Associazione Culturale Bal’danza.
CURRICULUM ensemble laReverdie
Nel 1986 due coppie di giovanissime sorelle fondano l’ensemble di musica medievale laReverdie: il nome, ispirato al genere poetico romanzo che celebra il rinnovamento primaverile, rivela forse la principale caratteristica di un gruppo che nel corso degli anni continua a stupire e coinvolgere pubblico e critica per la sua capacità di approccio sempre nuovo ai diversi stili e repertori del vasto patrimonio musicale del Medioevo europeo e del primo Rinascimento. Attualmente il gruppo si esibisce in formazioni che vanno da tre a quattordici musicisti a seconda dei repertori, ed è sempre più interessato a collaborare con giovani musicisti incontrati durante lo svolgimento della loro attività didattica. L’assidua ricerca e l’esperienza accumulata in oltre trent’anni di attività, hanno fatto de laReverdie un gruppo unico per l’affiatamento, l’entusiasmo e l’acclamato virtuosismo vocale e strumentale.
laReverdie svolge una regolare e intensa attività concertistica in Italia e in diversi paesi esteri tra cui Svizzera, Germania, Austria, Inghilterra, Belgio, Olanda, Francia, Spagna, Portogallo, Slovenia, Polonia, Messico.
Ha registrato concerti e programmi radiofonici e televisivi in tutta Europa e in Messico.
Ha all’attivo una ventina di incisioni discografiche, di cui 18 con la casa discografica Arcana molti dei quali in co-produzione con WDR, insigniti di numerosi premi della critica internazionale, fra cui il Diapason d’Or de l’année 1993 che ha lanciato la loro carriera. Gli ultimi Cd hanno ricevuto la nomination all’International Classical Music Awards (2010, 2014, 2019) per la categoria Early Music. Dall’estesa discografia de laReverdie è stato tratto integralmente il Cd dedicato al Medioevo per la collana I Classici della Musica pubblicato dal Corriere della Sera nel 2007.
Il recente progetto discografico – “L’occhio del cor: Francesco Landini” – che vede la partecipazione straordinaria di Christophe Deslignes all’organo portativo, ha avuto un riscontro di critica internazionale di straordinario rilievo, ottenendo la nomination all’International Classical Music Awards.
Ha recentemente partecipato alla colonna sonora di alcuni film.
Dal 1997 i suoi componenti sono impegnati in un’intensa attività didattica sul repertorio medioevale presso importanti istituzioni italiane e straniere tra cui: Corsi Internazionali di Musica Antica di Urbino, Masterclass presso Festival Trigonale (Austria), Fondazione Benetton Studi e Ricerche (Treviso), Fondazione Ugo e Olga Levi onlus (Venezia), La Settimana musicale del Trecento (Arezzo) e regolari corsi di studio presso Staatliche Hochschule für Music Trossingen (Germania) la Civica Scuola di Musica “C. Abbado” di Milano.
Ha collaborato, in progetti speciali, con Franco Battiato, Moni Ovadia, Carlos Nuñez, Teatro del Vento, Gerard Depardieu, Mimmo Cuticchio e David Riondino.
DISCOGRAFIA
1990/96 Bestiarium- Animals and nature in Medieval Music (NUOVA ERA/CANTUS – C 9601)
- 1993 Speculum Amoris – Lyrique de l’Amour Médiéval du mysticisme à l’érotisme (ARCANA – A336)
- 1993 O tu chara sciença – Musique de la pensée Médiévale (ARCANA/WDR – A332)
- 1994 Laude di Sancta Maria – Veillée de chants de devotion dans l’Italie des Communes (ARCANA/WDR – A34)
- 1996 Suso in Italia bella – Musique dans les cours et cloîtres de L’Italie du Nord (ARCANA/WDR – A320)
- 1997 Historia Sancti Eadmundi – De la liturgie dramatique au drame liturgique (ARCANA/WDR – A346)
- 1998 Insula feminarum – Résonances médiévales de la Féminité Celte (ARCANA/WDR – A311)
- 1998 La nuit de Sant Nicholas – le culte de Saint Nicholas dans la musique Médiévale (ARCANA/WDR – A72)
- 1999 Legenda Aurea – Laudes des Saints au Trecento italien (ARCANA/WDR – A304)
- 2000 La Reverdie en concierto- Festival Intezrnacional de Santander (RTVE/Musica-Radiotelevision Española 65131)
- 2001 Nox-Lux – lumière de vie & tenèbre de mort (ARCANA/WDR – A 307)
- 2003 Guillaume Dufay: voyage en Italie (ARCANA/WDR – A 317)
- 2003 Sponsa Regis – La victoire de la Vierge dans l’oeuvre d’Hildegard de Bingen (ARCANA/WDR – A314)
- 2005 Jacopo da Bologna: madrigali e cacce (ARCANA/WDR – A327)
- 2006 Guillaume Du Fay: Missa Sancti Jacobi (ARCANA/WDR – A342)
- 2007 La Musica del Medioevo per la collana I Classici della Musica del Corriere della Sera.
- 2009 Carmina Burana: Sacri Sarcasmi (ARCANA – A353)
- 2013 I dodici giardini: Cantico di Santa Caterina da Bologna (1413-1463) (ARCANA/RSI A367)
- 2014 Laudarium – Songs of popular devotion from 14th Century Italy (ARCANA A379)
- 2015 Venecie mundi splendor – Marvels of medieval Venice – Music for the doges, 1330-1430 (ARCANA A387)
- 2016 Knights, Maids and Miracles – The spring of Middle Ages (ARCANA A399)
- 2017 Loyset Compère: Missa Galeazescha – collaborazione con Odhecaton/Paolo Da Col (ARCANA A436)
- 2017 The Night of Saint Nicholas – A Medieval Liturgy for Advent – La Reverdie & I Cantori Gregoriani (ARCANA A442)
- 2019 L’occhio del cor: Francesco Landini – (ARCANA A462)
- 2022 Lux Laetitiae: Splendors in Marian Devotion at the 15thCentury Ferrara Court (ARCANA)
Programma e testi
Bestiarium. Gli animali nella devozione e nella cultura medievale
Anonimo renano Aurea personet lyra – sequenza
(XII sec.) Cambridge University Library, Codex Cantabrigiensis
Anonimo Thalamus puerpere / Quomodo cantabimus – mottetto
Inizio XIII sec. Paris, Bibliothèque Nationale, fonds français 146, f. 32
Anonimo Virga Yesse / Ortorum virentium / Victime pascali – mottetto
XIII sec. Firenze, Biblioteca Nazionale, MS banco Rari 18, ff. 146v–148
Elisabetta de Mircovich Mors & vita duello – brano strumentale
Jean Vaillant Par maintes foys – virelai
- fl. 1360-90 Chantilly, Bibliothèque du Musée Condé 564, f. 60
Jacopo da Bologna Per sparverare – caccia
- fl. 1340-1360 Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, MS Panciatichiano 26, f. 70
Jacopo da Bologna Nel bel giardino che l’Adige cinge – madrigale
Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Panciatichiano 26, f. 62v
Jacopo da Bologna Aquila Altera / Creatura gentil /Uccel di Dio – madrigale
Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Panciatichiano 26, fol. 91v-92
Faenza, Biblioteca Comunale, MS 117
Giovanni da Cascia Per larghi prati – caccia
- fl. 1340-1350 Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Panciatichiano 26, fol. 96v-97
Donato da Cascia Lucida pecorella – madrigale
- 1370-1400 Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Panciatichiano 26, fol. 83v–84
Johannes Ciconia Una Panthera in compagnia di Marte – madrigale
1370ca.-1412 Lucca, Archivio di Stato 184 (Mancini Codex), fol. 82v-83v
Magister Piero Con bracchi assai – caccia
- fl. 1340-1350 Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Panciatichiano 26, fol. 92v
Francesco Landini Così pensoso – caccia
1325/35-1397 Firenze, Biblioteca Nazionale, Ms Palatino 87 (Sq), f. 128v
Elisabetta de Mircovich Pianze la bella Yguana – danza strumentale (1997)
laReverdie
Claudia Caffagni, voce, liuto
Livia Caffagni, voce, viella, flauti
Elisabetta de Mircovich voce, viella, ribeca, symphonia
Testi
Aurea personet lira / clara modulamina! / Simplex corda sit extensa / voce quindenaria; / primum sonum mese reddat / lege ypodorica.
Philomele demus laudes / in voce organica, / dulce melos decantantes, / sicut docet musica, / sine cuius arte vera / nulla valent cantica.
Cum telluris vere novo / producuntur germina, / nemorosa circumcirca / frondescunt et brachia, / flagrat odor quam suavis/ florida per gramina.
Hilarescit philomela, / dulcis vocis conscia, / et extendens modulando / gutturis spiramina, / reddit voces ad estivi / temporis indicia.
Instat nocti et diei / voce sub dulcisona, / soporatis dans quietem / cantus per discrimina / nec non pulchra viatori / laboris solatia.
Vocis eius pulcritudo, / clarior quam cithara, / vincit omnes cantitando / volucrum catervulas, / implens silvas atque cuncta / modulis arbustula.
[…]
Tempus adest, ut solvatur / nostra vox armonica, / ne fatigent plectrum lingue / cantionum tedia / et pigrescat auris prompta / fidium ad crusmata.
Trinus Deus in personis, / unus in essentia, / nos conservet et gubernet / sua sub clementia, / et regnare nos concedat / cum ipso in gloria. Amen.
L’aurea lira faccia risuonare belle modulazioni, ogni corda si spieghi nel sistema di quindici suoni; la nota media dia il suono principale secondo il modo ipodorico.
Cantiamo lodi all’usignolo col suono degli strumenti, intonando una dolce melodia, come insegna la musica, senza la cui arte veritiera non hanno pregio i canti.
Quando a primavera spuntano i germogli della terra e all’intorno frondeggiano i rami dei boschi, si alza un suavissimo olezzo dalle piante fiorite.
Si rallegra l’usignolo, conscio del dolce canto e, allargando con le modulazioni il varco della gola, scioglie canti all’annuncio del tempo estivo.
Insiste giorno e notte nel melodioso canto, concilia il sonno agli assopiti con le variazioni dei suoni ed offre un dolce sollievo allo stanco viandante.
La bellezza della sua voce, più armoniosa della cetra, vince nel canto tutte le schiere dei volatili, empiendo di trilli le selve e tutte le macchie. […]
È ormai tempo di riposare la nostra voce armoniosa, perché la noia delle canzoni non stanchi il plettro della lingua e non impigrisca l’orecchio, pronto ai suoni della lira.
Iddio trino nelle persone, uno nell’essenza, ci conservi e ci guidi sotto la sua clemenza, e ci conceda di regnare con Lui nella gloria. Così sia. (trad. G. Vecchi)
[Thalamus puerpere thronus Salomonis, pressus est caractere nove Babilonis; Regalis ecclesia sedet in tristicia, Rex custodit atrium ut fortis armatus tendit in exilium sanctorum senatus hac fornace purius aurum se purgabit et confractus melius iustus germinabit.]
Quomodo cantabimus sub iniqua lege? Oves quid attendimus? Lupus est in grege! Decisis panniculis nostris offert oculis Ihesus inconsutilis tunice scissuram suam iudex humilis sustinet pressuram o, o, o, o, quando discuciet spelunca[m] latronum quam tremendus veniet deus ulcionum.
[Il letto della partoriente, il trono di Salomone sono oppressi dal marchio della nuova Babilonia. La Chiesa regale siede nella tristezza, il re custodisce l’ingresso come uomo forte ben armato, il senato dei santi si dirige verso l’esilio in questa fornace si testerà l’oro più puro e così potato il giusto metterà germogli migliori].
Come potremo cantare oppresse da una legge ingiusta? Pecorelle cosa aspetteremo, il lupo è in mezzo al gregge! Stracciati i cenci Gesù offre ai nostri occhi la lacerazione della sua tunica senza cuciture. Lui giudice umile sostiene la sua tribolazione. Oh, quando verrà a distruggere questa spelonca di ladri, quando verrà terribile il Dio delle vendette!
Ortorum virentium / fons irrigans corda, / aquarum viventium / puteus et corda; / erga tuum filium / precantes concorda, / et celeste bravium / virginum decorda.
Virga Yesse, flos virginum/ et immarcescibilis, / inter natas mulierum / nulla tibi similis, / nobis fuit partus tuus / multipictus utilis; / roga tuum filium, / precor virgo nobilis, / ne nos pro peccatis capiat / infernus terribilis.
Victimae paschali laudes / immolent christiani.
O fonte che da ubertosi verzieri irrori i cuori, pozzo d’acqua vivificante, intercedi per noi presso tuo Figlio, affinché ci accordi la ricompensa celeste.
Germoglio di Jesse, immortale fiore delle vergini, nessuna fra le donne può paragonarsi a te: t’imploriamo, nobile vergine, prega per noi tuo Figlio, sì che a causa dei nostri peccati non c’inghiotta lo spaventevole inferno.
La Cristianità innalzi le lodi della vittima pasquale.
Par maintes foys ay oy recorder / du rosignol la douce melodie. / Mais ne s’i veult le cucu acorder
/ ains veult chanter contre ly par envie / Cucu, cucu, cucu toute sa vie. / Car il veult bien a son chant descourder / et pourtant dit le reusignol et crie: / “Je vos comant qu’on le tue et ocie: / Tue, tue, tue, tue, oci, oci / fi de li, fi de li, fi de li, fi / fi du cucu qui d’amours veult parler.” / Si vous suppli, ma tres douce alouette / que voz voulls dire vostre chanson:/ “Lire, lire, lire, lire, lirelon; / que dit Dieu, Dieu, que te dit Dieu? / Il est tamps que le roussinolet /die sa chansounette: / “Oci, oci, oci, oci, oci, oci, oci, oci/ oci seront qui nos vont guerroyant.” / Assemblans vos; prenans la cardinette / faites chanter la calle et le sanson
tuans, batans cucu pilebisson! / “Il est pris, pris, il est pris, pris. / Or soit mis mort”. / Or aloms seurement
anjoliver [n]os (qu’) et cullir la mosette; / ami, ami, ami, ami, [ami, ami,] / toudis seray le dieux d’amours priant.
Più volte ho teso l’orecchio alla dolce melodia dell’usignolo; ma il cucù disdegna l’unisono con lui, anzi pretende di cantare sfidandolo, per invidia: cucù, cucù, e nient’altro in vita sua. Vuole invero creare disarmonia col suo canto, perciò proclama a gran voce l’usignolo: “Vi ordino di prenderlo e di ucciderlo: a morte, a morte! Onta a lui! Onta al cucù che osa cantare d’amore!” Vi prego, mia dolce lodoletta, vorreste intonare una canzone? “Lirelon, lirelon, ma che dite, Dio mio?” È piuttosto ora che sia l’usignolo a cantare un motivetto: “A morte chi ci muove guerra! Radunatevi tutti, compreso il cardellino, fate cantare la quaglia e la cincia. Uccidete! Battete la macchia, stanate il cucù e mettetelo a morte!” In pace finalmente, andiamo a spassarcela, in cerca di qualche bella noce da cogliere. ‘Dolce amico, dolce amico’: così tutti quanti imploreranno il dio Amore.
Per sparverare tolsi el mio sparvero, bracchi et bracche chiamando: «Cit cit Baratera», «Te’ Varin, te’ te’». Çonçemo a la campagna. Vidi cercar et rinfrescar la cagna: «Burla qui te’ Varin fiù». «Ve’ là Baratera fiù», «Amorosa Bocca fiù», «Leva, leva, leva là!», «Guarda, guarda, guarda là!». Per la mia donna presi quaglie assai poi del redire non mi dubitai.
Per quella tolsi el mio sparvero in pugno et questo fu l’ultimo dì di giugno.
E volendo redire udì un levriero correndo e gridando: «Cit cit Baratera», «Te’ Varin, te’, te’», guardando presso l’olmo vidi cercar et rinfrescar la cagna. «Burla qui te’ Varin, fiù», «Ve’ là Baratera, fiù», «Amorosa Bocca, fiù», «Bochi, Bochi Bochi è là». «La cagna, la cagna è là». E per sfratare andai le quaglie a quella ch’amor mi fece prendere pur ella.
E però faça l’uomo al mondo bene, e segua la ventura che gli viene.
Nel bel giardino che l’Adige cinge / vive la biscia fera velenosa / che già fu donna bella ed amorosa, / donand’ a me fedel ottima luce. / Speççò la fede e tenne via diversa / sì che di donna in serpe fu conversa.
Chon più la fuggo più mi dà di morso / né rimedio lì trovo né soccorso.
Aquila altera ferma in su la vetta / de l’alto monte l’occhio valoroso / dove tua vita trova ‘l suo riposo /là è ‘l parere là l’esser beato.
Creatura gentile animal degno /salire in alto et rimirare ‘l sole / singularmente tuo natura vuole / là è l’imagine et la perfectione.
Uccel di Dio, insegna di iustitia / tu hai principalmente chara gloria / perché nelle tue imprese tu hai victoria. Là è l’imagine et la perfectione.
Per larghi prati e per gran boschi folti / leggiadre donne e vaghe donçellette / vestite strette, choi capelli sciolti / con archi, con turchassi, con saette / et con levrieri a man, correan chacciando / uccidendo e pigliando / cervi, caprioli, cinghiali e lupi, / entrando sole ne luoghi più chupi / per riposarsi all’ombra.
Dal Bestiario di Leonardo
Lucida pecorella son canpata / da pelle di monton mordace lupo / fuggita son correndo d’un gran chupo. / Se ‘l pastor che mi para non mi lascia / parar più in quella gran foresta, / sta sicura pascendo in gran festa, / belando con dilecto saltellare, / e ‘l pascer della selva zugumare.
Con bracchi assai e con molti sparveri/ uccellavam su per la riva d’Adda / e qual diceva “dà dà” / e qual “Vacia, Varin, Torna Picciolo” / e qual prendea le quaglie volo a volo / quando con gran tempesta un’ acqua venne.
Né corser mai per campagna levrieri / come facea ciascun per fuggir l’acqua / e qual dicea “Dà qua”/ “Dammi ‘l mantel” e tal “Dammi ‘l chappello”/ quand’io ricoverai col mio uccello / ov’una pasturella il cor mi punse.
Perch’era sola in fra me dico e rido: “eccho la pioggia, il bosco, Enea e Dido”.
Così pensoso com’Amor mi guida / per la verde rivera passo passo, / senti’: “Leva quel sasso!” / “Ve’ ‘l granchio, ve’”, “Ve’ ‘l pesce, piglia piglia”. / “Quest’è gran maraviglia”. Cominciò Isabella con istrida: / “Omè omè!” “Che hai? che hai?”/ “I’ son morsa nel dito”. / “O Lisa, il pesce fugge”. / “I’ l’ho, i’ l’ho: l’Ermellina l’ha preso.” / “Tiel ben, tiel ben.” “Quest’è bella peschiera.”/ Intanto giunsi a l’amorosa schiera, / dove vaghe trova’ donne ed amanti, / che m’accolson a lor con be’ sembianti.