La mostra “Riflessi d’Egitto: fascinazioni e tracce nelle raccolte estensi” vuole far immergere visitatrici e visitatori nello splendore dell’antico, alla scoperta dell’insolita passione della famiglia d’Este: l’antico Egitto.
Fino al 4 maggio 2025 è visitabile presso la Sala delle Mostre temporanee della Galleria Estense la mostra Riflessi d’Egitto: fascinazioni e tracce nelle raccolte estensi, curata da Maria Chiara Montecchi. La mostra esplora i lati più insoliti e affascinanti del collezionismo della famiglia d’Este, riscoprendo i reperti antichi e ricostruendo, anche attraverso preziose collaborazioni, la passione per l’antico Egitto, capace di muovere un tempo l’animo dei duchi d’Este e di affascinare oggi visitatrici e visitatori.
Ripercorriamo il processo che ha portato alla progettazione della mostra, attraverso le parole della direttrice delle Gallerie Estensi Alessandra Necci e della curatrice Maria Chiara Montecchi. Prosegui nella lettura e guarda i video per scoprire di più sulle fasi di consultazione e ricerca, di selezione dei reperti, sulle collaborazioni che hanno reso possibile la realizzazione della mostra e conoscere il valore e lo studio che si celano dietro ciascuno dei “Riflessi d’Egitto”!
La mostra
La mostra nasce con lo scopo di far conoscere al pubblico la collezione egizia ed “egittizzante” delle Gallerie Estensi, facendo emergere dai depositi reperti inediti, restaurati e posti sotto nuova luce. Quello della passione per l’Egitto è, infatti, uno degli aspetti più affascinanti, ma al contempo insoliti e sconosciuti, del collezionismo estense. Questo tema, come chiarisce Maria Chiara Montecchi, ha rappresentato per la curatela della mostra temporanea, da un lato una sfida, dato il bisogno di comunicare al pubblico un tema lontano da quelli più tradizionali trattati all’interno delle Gallerie Estensi, dall’altro un’opportunità, rappresentando un’occasione valida per compiere meticolose ricerche archivistiche e documentarie per far luce sulle complesse vicende che hanno coinvolto questo nucleo collezionistico.
Con un efficace lavoro di squadra, le diverse competenze di catalogazione, curatela e restauro sono state messe a frutto per la realizzazione della mostra, pronti ad accompagnare visitatrici e visitatori alla scoperta dei “Riflessi d’Egitto”.

La selezione dei reperti
La volontà di costruire una mostra dedicata alle antichità egizie in collezione nasce a seguito di un processo di catalogazione dei reperti disponibili in deposito. Attività che ha consentito di ottenere una mappatura completa degli oggetti d’antichità e, soprattutto, di tutti i reperti egizi ed egittizzanti presenti in collezione. A questa fase di ricerca e selezione, è seguita una delicata fase di restauro, coordinato dalla restauratrice Lucia Anna Margari, che ha valutato lo stato conservativo dei reperti, intervenendo su quelli esposti a maggior rischio conservativo. Il collezionismo estense si popola di reperti egizi già a partire dal XVI secolo e si rinvigorisce con il lascito testamentario del marchese Tommaso Obizzi. In mostra oltre duecento reperti, esposti con lo scopo di ricostruire l’egittomania estense e testimoniare l’importanza di questa collezione.
Intervista alla prof.ssa Alessandra Necci,
direttrice delle Gallerie Estensi
Le collaborazioni
Nel completare la già ricca collezione estense, giocano un ruolo fondamentale le collaborazioni che le Gallerie Estensi hanno intrattenuto con altre realtà. Tra queste spicca quella con il Museo Egizio di Torino che, in occasione del bicentenario della sua fondazione, nel 1824, ha concesso in prestito alle Gallerie Estensi sedici splendidi reperti appartenenti al nucleo della Collezione Dovetti, acquisita nel 1823 da Carlo Felice di Savoia. Due preziose stele, statuette policrome, vasetti in alabastro: sono solo alcuni dei reperti giunti da Torino per impreziosire la già fornita raccolta estense.
A questa collaborazione si aggiungono altri due importanti prestiti: quello dell’Archivio di Stato di Modena, che concede in mostra il diario del viaggio in Egitto che Francesco V d’Austria-Este compie nel 1864, e quella con la Fondazione Teatro Comunale di Modena, che ha permesso di esporre alcuni bozzetti e due costumi di scena dell’opera “Mosè in Egitto”.

Alcuni “Riflessi d’Egitto”
Sono molte le affascinanti opere che compongono la narrazione della mostra. La curatrice Maria Chiara Montecchi ci racconta nei video di alcuni dei “Riflessi d’Egitto”:
Il Naos
È l’opera che risulta in collezione da più tempo. Infatti, risulta nell’inventario personale di guardaroba del Duca Alfonso II a Ferrara già nel 1584.

Gli ushabti
Nel momento in cui nell’Oltretomba il dio Osiride avesse chiamato il defunto a lavorare nei campi di Aaru, le statuette, grazie alle formule magiche del Libro dei Morti che portavano incise sul loro corpo, si sarebbero animate al suo posto, lasciandolo riposare in pace.
Ora che hai percorso le tappe che hanno portato alla realizzazione della mostra, non ti resta che scoprire le curiosità e i misteri del collezionismo estense e dei reperti esposti: ti aspettiamo alla Galleria Estense per immergerti nei “Riflessi d’Egitto”!

Recent Comments