In una stanza dell’Accademia Reale delle Belle Arti di Stoccolma, Karen Knorr mette in scena la declinazione femminile del mito pliniano della fanciulla di Corinto, che disegnò il volto dell’amato contornando il profilo della sua ombra proiettata sul muro da una lucerna.
L’opera di Karen Knorr è in forma di dittico. Nelle due fotografie, l’ambientazione e le protagoniste sono le stesse: l’unica variante è che in The Pencil of Nature l’artista che delinea il profilo della giovane amante è eretta, mentre in The Butade’s Daughter è accovacciata ai suoi piedi.
La collocazione dell’evento, che nel racconto originale avveniva in una situazione domestica, in prossimità della parete esterna dell’abitazione della fanciulla innamorata e del padre vasaio Butade, è qui trasfigurata. La storia è infatti ambientata nel contesto accademico e museale, luogo per eccellenza della “rappresentazione delle rappresentazioni”. Il dittico è una delle prime opere della serie Academies, una riflessione provocatoria concepita in varie sezioni – Fine Art, Imitation, Sanctuary, Studios, Visitors, Life Class –, sulla produzione e diffusione delle idee artistiche nei luoghi a essa deputati: essi vengono “occupati” da Karen Knorr con elementi trasgressivi. Nelle fotografie oggetto di questa scheda l’inserimento perturbante è quello della donna artista – alla quale a lungo è stato precluso l’ingresso nelle Accademie – e della sua amante.
I titoli delle opere intrecciano i temi dell’origine del disegno a quello della nascita della fotografia. Se infatti, come si è detto, The Butade’s Daughter è colei che per prima trovò il modo, attraverso il disegno, di eseguire un ritratto, The Pencil of Nature è il nome del primo libro illustrato con fotografie, pubblicato da Henry Fox Talbot a partire dal 1844.
Di fianco alle due donne, su un piedistallo, ritorna il tema della riproduzione dell’immagine: il calco di una statua di marmo, il Doriforo, modello ideale, accademico e maschile per eccellenza, sembra incombere su di loro.
Allo stesso tempo variazione sull’amore, sul genere, sul ruolo della donna nella società – come artista o come amante –, quest’opera polisemica è anche una riflessione sui canoni della bellezza, sull’evocazione dell’originale assente, sul ruolo della fotografia nell’arte e nella memoria della creazione.
Il dittico nacque alla fine della storia della fotografia analogica: dopo aver realizzato quest’opera, Karen Knorr iniziò a lavorare con la tecnologia digitale. Assistiamo quindi anche a una celebrazione e a un congedo, nel momento di un nuovo inizio della storia della riproduzione delle immagini. [SU]
Il dittico è esposto nella mostra L’impronta del reale. William Henry Fox Talbot alle origini della fotografia, Modena, Gallerie Estensi
Silvia Urbini
Karen Knorr, The Pencil of Nature , 1994, stampa Ilfochrome, 92 x 92 cm, Collezione dell’Artista
Karen Knorr, Butade’s Daughter, 1994, stampa Ilfochrome, 92 x 92 cm, Collezione dell’Artista
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